“Fuori ConTesto” non è solo un festival, è una scommessa e una sfida, nel tentativo di superare i confini, culturali e geografici, e di aprire la visuale di un paese di montagna posto – per così dire – al margine, su un orizzonte sempre più ampio.
Bagno di Romagna è un luogo che da sempre vive sul confine: tra la Romagna e la Toscana, tra il mare e i monti, tra la tradizione contadina e l’aspirazione industriale, tra il sapore della campagna e l’ordine della città. È, per storia e vocazione, una terra di frontiera e di passaggio, che non conosce limiti ma confini, che non eleva muri ma costruisce ponti tra culture e paesaggi diversi, soprattutto tra il passato e il futuro.
In un’epoca in cui ci si preferisce dividere o separare, noi intendiamo percorrere una strada diversa, anzi opposta. Contestando l’idea che non sia fortunato il connubio tra territorio di provincia e apertura culturale, e che i nostri luoghi siano inospitali o inaccessibili per la letteratura. Contestando soprattutto una società che ha smesso di avere fiducia nel valore delle parole, nell’importanza della discussione e del dialogo civile, nella forza rivoluzionaria della cultura.
“Fuori ConTesto” nasce così nel 2016, sotto l’egida del Centro Studi Valgimigliani, dall’idea di Deborah Mosconi, Roberto Greggi, Enrico Spighi e Marco Valbruzzi. In sei edizioni, sono state tantissime le persone, le associazioni e le istituzioni del territorio che hanno partecipato e sostenuto l’organizzazione.
Questo festival ha radici antiche e robuste. Non nasce dal nulla perché trova la sua ispirazione nella figura di Manara Valgimigli, uno degli intellettuali più importanti del secolo scorso, nativo di San Piero in Bagno e grande appassionato, per professione e vocazione, di libri, di versi e parole. Sarà proprio quella “religione delle lettere” che ha segnato profondamente la vita e le opere di Valgimigli, così come quelle di alcuni suoi maestri e colleghi, ad offrire lo sfondo ideale e culturale all’interno del quale si svilupperà l’intero festival. È solo salendo sulle spalle di giganti, di autori diventati ormai dei classici, che è possibile guardare lontano per immaginare un futuro migliore.